Lo psicologo Marshall Rosemberg spiega la teoria della Comunicazione Non Violenta utilizzando l’immagine dello sciacallo e della giraffa.
La comunicazione empatica è raffigurata dalla giraffa: è il mammifero con il cuore più grande e questo determina un’irrorazione importante del tessuto cerebrale. La sua struttura fisica le consente di avere una visione d’insieme e le sue grandi orecchie tendono all’ascolto. Inoltre, la sua saliva scioglie le spine delle piante come se lei fosse in grado di estinguere messaggi pungenti che possono offenderla.
Lo sciacallo, alla ricerca di ciò che necessita, mostra i denti in modo aggressivo: qui sono rappresentate la critica e le ostilità relazionali.
Questi due animali non si identificano con il bene e il male, bensì descrivono modalità diverse di esprimere le necessità e le emozioni.
Lo sciacallo, nel suo urlare, cerca di soddisfare le sue necessità, ma questo messaggio può essere compreso soltanto perché la giraffa sa decifrarlo. Dunque, se impariamo ad ascoltare il prossimo con le orecchie della giraffa, cioè con l’attenzione empatica, e ad esprimersi con un linguaggio pacato e chiaro, daremo al prossimo la possibilità di ascoltarci più facilmente e con maggior precisione.
Dr. Rudy Lanza