Il bugiardo inganna modificando la realtà e approfittando della fiducia dell’altro.
A volte le bugie si improvvisano. Spesso, invece, chi mente “fabbrica” la menzogna anzitempo, quasi scientificamente, tenendo anche conto delle caratteristiche psicologiche del povero malcapitato.
Va detto che a volte non si mente per trarre profitto a discapito di altri, bensì per rappacificarsi, per cortesia o per paura.
Poiché il bugiardo deve badare ad alcune variabili affinché abbia successo, è sottoposto a uno stress particolarmente impegnativo, salvo si tratti di uno psicopatico.
L’ansia aumenta soprattutto se l’inganno deve essere inventato sul momento: il cervello del bugiardo è troppo impegnato e non riuscirà a reprimere l’affanno e la paura di essere scoperto.
Inoltre, alcune persone provano un forte senso di colpa nel mentire e questo lo si può notare nella mimica del viso.
Tra l’altro, va ricordato che gli imbroglioni professionisti provano una certa contentezza nel raccontare frottole e un analista competente nel linguaggio non verbale riuscirà a scoprire questo elemento nello sguardo e nella gestualità del soggetto in esame.
Quando io analizzo l’interlocutore che sospetto voglia trarre in inganno un mio cliente, la mia attenzione è rivolta alle incoerenze tra il non verbale e ciò che viene detto, ovvero il contenuto, oltre le modalità espressive. Leggo le emozioni e le sue reazioni eventuali alle mie domande e lui cercherà di controllarsi ma anche questi tentativi di auto-dominarsi saranno scoperti semplicemente perché il corpo non mente.
Dr. Rudy Lanza