Al di là della mimica, della gestualità e della postura vi sono altri segni che possono rivelare indizi circa una possibile menzogna.
Ovviamente, si tratta di indizi e non di prove. Infatti, diffidiamo da chi afferma che si può riconoscere al 100% una bugia dai segni del linguaggio non verbale. Comunque, quando ci si accorge che vi sono dissonanze nella comunicazione, l’analisi del non verbale ci dà preziose informazioni.
Esaminiamo, con questo articolo, il ruolo della voce, al di là del contenuto espresso in un contesto di possibile menzogna.
La pausa durante una conversazione può considerarsi un segno di bugia: una pausa può essere eccessivamente lunga o troppo corta. O le pause molto frequenti, oppure errori di sintassi. Tuttavia dobbiamo stare attenti: infatti, il soggetto se in ansia o emozionato effettua pause sospette sebbene dica la verità.
Il tono acuto della voce è un ulteriore indice, ma questo avviene anche in situazioni di paura o di rabbia.
E’ da sottolineare il fatto che se il bugiardo è colto all’improvviso, per timore di tradirsi entra in ansia e di conseguenza gli indici della voce si alterano.
Secondo la mia esperienza in più di 15 anni di pratica, allo stato attuale ritengo che la voce non sia da considerarsi, nelle varie sfumature (tonalità, pause, ecc.) come segnale di menzogna.
L’analista inesperto, affidandosi solo ai segnali vocali rischia di non evidenziare il bugiardo che non provoca emozioni negative e di accusare un innocente che è stressato.
Infatti, i cambiamenti vocali dimostrano esclusivamente che la persona in questione è in stato ansioso e sotto stress e non necessariamente in rapporto con l’inganno e la menzogna.
Dr. Rudy Lanza