Nella tragedia di Shakespeare, Otello incolpa la moglie Desdemona di infedeltà e le chiede di confessare il tradimento.
La giovane sposa chiede al marito di convocare il supposto amante affinché comprovi la sua innocenza. Ma Otello ormai lo ha condannato a morte e giustiziato. Desdemona, a questo punto, capisce che non riuscirà mai a convincere suo marito della non colpevolezza.
Qual è l’errore di interpretazione compiuto da Otello? Egli analizza le espressioni facciali della moglie e poiché nota l’emozione della paura, la interpreta come timore da parte di lei di essere scoperta. Otello non capisce che Desdemona ha invece paura di non essere creduta e di essere giustiziata. Il suo pianto è una supplica per non essere uccisa e non per la morte del suo supposto amante.
L’errata interpretazione dei segni del linguaggio non verbale si chiama “l’errore di Otello”.
Questo tipo di sbaglio è spesso causato dai pregiudizi (Otello cerca semplicemente di confermare la sua convinzione e non prende in considerazione nessun’altra opzione), per cui prima di interpretare il linguaggio non verbale, occorre liberarsi da preconcetti e opinioni personali.
Inoltre, quando riteniamo di aver individuato un’emozione o un comportamento sospetto, dobbiamo chiederci se i segni di quell’emozione (esempio, la paura) siano indici di colpevolezza o di qualcos’altro. Ad esempio, i segni della paura evidenziabili sul viso non necessariamente indicano il timore di essere scoperti; possono indicare apprensione per non essere creduti o ansia perché chi ci pone domande è un’autorità (polizia, magistrato, ecc).
Dunque, non improvvisiamoci “cacciatori di menzogne”.
Dr. Rudy Lanza