I bimbi molto spesso ci appaiono violenti, picchiano, mordono, spingono, si rubano i giocattoli a vicenda. Perché questa tendenza si evidenzia maggiormente a circa 2 anni di età?
Ciò avviene perché è in quel periodo che il bimbo elabora, compone il senso di identità e distingue i suoi confini. Pertanto, quest’atteggiamento aggressivo è in relazione con l’affermazione di sé, reazione nei confronti di una possibile frustrazione di abbandono.
Mordere la sorellina indica che il bimbo necessita di un suo spazio, che desidera maggiori attenzioni, che teme di perdere l’affetto dei genitori.
Il bimbo a quell’età non è in grado di comprendere il significato di un atto aggressivo perché non riesce a mettersi nei panni dell’altro.
Più tardi, si renderà conto dei danni che sta compiendo nei confronti del prossimo e comincerà a capire che la vita reale si svolge attraverso negoziazioni e compromessi.
Per limitare l’atteggiamento aggressivo del bimbo è necessario dialogare con lui, condividere le sue emozioni e insegnare il linguaggio della non violenza. Ma non si tratta soltanto di scegliere le parole giuste. Occorre accompagnarle coerentemente con le espressioni del corpo, con il linguaggio non verbale espresso tramite la mimica e la gestualità. Infatti, se vi è dissonanza tra il verbale e il non verbale, il bimbo entrerà in confusione e le sue risposte agli stimoli esterni saranno contraddittorie e influenzeranno negativamente il suo stato emotivo.
Dr. Rudy Lanza