Il poligrafo è un apparecchio che, secondo alcuni, sarebbe utile per identificare un’eventuale menzogna attraverso la misurazione della pressione sanguigna, il ritmo cardiaco e altri parametri fisiologici.
Il principio su cui si basa il poligrafo risiede nella convinzione che un eventuale sospettato di un crimine fornisca risposte fisiologiche diverse rispetto ad un soggetto innocente.
L’interrogatorio con questo strumento e con il test CQT (Comparative Question Test) è utilizzato dalla polizia in vari paesi, ma non è considerato affidabile in parecchi Stati, soprattutto in Europa.
Al soggetto, a cui sono applicati degli elettrodi collegati al poligrafo, vengono poste alcune domande: una neutra, una la cui risposta sarà probabilmente una bugia, ed una domanda inerente al reato in questione.
Questo metodo utilizzato in alcuni Stati dalla polizia ha subito varie critiche:
– Esistono strategie per ingannare il poligrafo
– Gli elementi della teoria sono discutibili e non scientifici
– E’ necessario munirsi di un’apparecchiatura complessa.
La comunità scientifica ritiene che il poligrafo possa fornire falsi positivi.
Infatti, immaginiamo che un soggetto sospettato dell’uccisione della moglie sia sottoposto al poligrafo e interrogato. E’ ovvio che presenterà reazioni di ansia e forse anche di paura, trovandosi in un commissariato di polizia.
Quest’individuo mostrerà risposte anomale pur essendo innocente.
Una ricerca del 1987 (Honts e al.) ha coinvolto dei soggetti allenati ad ingannare il poligrafo. Il risultato fu eclatante: il 70% dei soggetti furono dichiarati innocenti, pur essendo colpevoli.
Inoltre, l’80% dei colpevoli che non avevano utilizzato strategie fu considerato non colpevole.
Dr. Rudy Lanza